martedì 22 aprile 2014

Hugo Cabret

Oggi si Rai 3 hanno fatto Hugo Cabret.
È stata la seconda volta che l'ho visto.
La prima è stata con te e, come mi avevi detto mentre mettevi su il DVD, mi sarebbe piaciuto da pazzi.

Appena è iniziato..ho ricordato tutto di quella giornata. Tutto. 
Come se fosse tornata indietro nel passato, come se avessi potuto rivivere quel momento.
Chissà se tu lo ricordi...

Insieme sul divano, il tavolino basso apparecchiato, i primi hamburger di soia che mi hai fatto assaggiare, Lola a gironzolare in sala, tua mamma in cucina, il profumo di patatine fritte quelle tutte attorcigliate...buonissime.
Il film che andava e tu che mi facevi il quiz sui personaggi che dovevo riconoscere dagli altri film che ci appassionavano.
Poi quando siamo andati su google perché avevo riconosciuto la bambina da dark shadows e tu ci sei rimasto malissimo.
E quanto era bello che tu mi osservassi divertito mentre io ero a bocca aperta per quanto mi piacesse la storia.
Avevi anche parlato della luna che ti saresti dovuto tatuare sul polso...allora ti brillavano gli occhi solo a parlarne.


Mentre il film andava, questa volta, ho sentito i ricordi prepotenti mangiarmi il cuore.
Era così..così irreale ma comunque bellissimo provare il brivido di quelle sensazioni ancora una volta sulla pelle..
Ho avuto il magone durante tutte le scene più belle e mia madre mi guardava come se sapesse che da un momento all'altro avessi pianto.
Ma non l'ho fatto.
Ho continuato a guardarlo, a pensare al tuo abbraccio, al divano comodo, all'odore di fritto per casa e a Daisy abbaiare.
Ora credo sia normale se qualche lacrima cada..
Nonostante nei sogni tu mi rifiuti e porti il tormento, ho scoperto che se mi concentrassi di più sull'emozioni e i ricordo potrei anche andare avanti sognando ad occhi aperti.
Magari almeno così potrei avere un po' di pace.



"Immaginavo che tutto il mondo fosse un enorme meccanismo; le macchine non hanno mai dei pezzi in più, hanno sempre l’esatto numero che serve. Così ho pensato che se tutto il mondo era un enorme macchina io non potevo essere in più. Dovevo essere qui per qualche motivo."


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