martedì 28 gennaio 2014

And then..?

Ho un po' di tregua...a casa da sola.

I miei sono andati a riportare Elisa da sua madre visto che oggi siamo ritornati in ospedale da mio zio...

Ho mangiato da mia nonna e mi viene da sboccare.
Io non devo cenare..non posso permettermelo...

Dopo mangiato..ho messaggiato un po' e mi sono chiusa in bagno.
Ho iniziato a star male prima senza motivazione..
Poi perché dopo un accorgimento ho riflettuto su una cosa.

Io non ricordo più nulla.
Posso ricordare i  momenti e i sentimenti, le sensazioni che ho provato, le mie..
Ma non ricordo altro.
Non ricordo più nulla di Michael...
Nulla...
Non ricordo i suoi abbracci..
O le sue mani che stringono le mie..
Non ricordo com'è passare il dito sulla sua cresta..
Oppure accarezzargli una guancia...
Non so nemmeno come sono le sue labbra..

E' tutto annebbiato e lontano. Tutto.

Ho iniziato a singhiozzare in silenzio.
E il peggio è stato che in tutto questo male sono scese solo 2 lacrime. Due sole fottute lacrime.

Come si fa quando il dolore continua ma non si riesce più a piangere?
Come si fa?

Io sto andando dalla strizzacervelli apposta e non mi sembra di migliorare.

Oggi è stata la mia penultima seduta e ho solo parlato a vanvera, ho detto quello che potevo.
E in  queste 3/4 sedute è uscito solo fuori che è tutto collegato alla mia nascita, al mio modo di essere esteriormente, a questa storia della borderline il quale sintomo più diffuso è la mia bipolarità, il fatto che per me c'è solo bianco e nero e nessuna sfumatura in mezzo, tristezza o felicità altrimenti il vuoto totale, vita o morte.
Secondo quella io non sto stare da sola...quando invece la correggo sempre che il mio vero problema è che ho troppo amore e non ho nessuno a cui donarlo.
Dice che mi sento in colpa perché io ce l'ho fatta e la mia gemella no.
E io impazzisco.
Impazzisco a scrivere queste cose.
Non capisco più nulla.
So solo che vorrei smetterla di stare così male.

Il dolore spinge così tanto da dentro  che sento la pelle squarciarsi senza il bisogno di usare lame.

Non c'è nulla che vada bene.
Niente va bene in me.

Sono confusa.
Mi fa male la testa.
Mi fa male il corpo.
Mi fa male l'anima.
Sento solo male. Male. Male.



lunedì 27 gennaio 2014

Thank you pain.

Avrei dovuto scrivere un'oretta fa...

Stanotte mi sono svegliata alle 4 e non sono più riuscita ad addormentarmi.
Ho avuto per tutto il giorno un dolore tremendo all'osso sacro e mi fa ancora malissimo.

Nonostante tutto sono uscita al giapponese con Camilla.
Mi mancava tanto la sua compagnia...
Però ultimamente la vedo un po' assente con l'attenzione.
Nonostante ciò abbiamo scherzato e l'ho aggiornata su tutto.
Le ho detto davvero tutto e, non so perché, quel senso di liberazione dopo aver confessato ciò che mi succede non è apparso.
Mi sono sentita lo stesso il solito peso.
Inoltre, è da ieri, che ho delle botte intense di emicrania. Con Dave ho cercato di non pensarci, ma dal ritorno in treno sono aumentate.

Però non è di questo che voglio parlare.

Sono stata a trovare mio zio, in ospedale.
Sì..sta un po' meglio ma tutto questo casino non ci voleva.
In più l'ironia e i dispetti di mio padre, contando anche tutto il dolore fisico che avevo addosso, mi hanno fatto irritare in una maniera assurda.

Arrivata a casa, sono andata in bagno e sono scoppiata in lacrime.

Un altro fottuto attacco.

Ora non tengo nemmeno il più il conto o non me li segno. Sento che siano diventati parte di me e la cosa mi dà ribrezzo.
Sono stata malissimo.
Ho pianto guardandomi allo specchio.
Mi sono sentita brutta, orrenda, persino grassa.
I due chili che avevo perso, sono ritornati così dal nulla, nonostante abbia ripreso a non cenare.
Sono un vero schifo.
E ho pianto.
Per poco e cercando di fare meno rumore possibile.
Ho pensato a quanta depressione c'è nella mia vita.
Alla mia famiglia che oltre ad avere i soliti problemi economici ora ha anche le preoccupazioni di mio zio.
Mamma e nonna che piangono. Pure mio padre che si commuove e che non avevo mai visto in un atteggiamento del genere.

E poi ci sono io. La più egoista.
Quella che non riesce mai a piangere davanti agli altri.
Quella che ormai è definita 'cuore di ghiaccio'.

Se tutti davvero sapessero come soffro e quanto sto male, per tutto quello che succede. Non solo a me, ma soprattutto agli altri.

La storia di Dave mi devasta.
Sono preoccupata come non so cosa. Per lui, per la sua salute, per il suo sorriso splendido e i suoi occhi che ogni volta perdono luce.
Cerco in tutti i modi di spronarlo, di dargli speranza, di aiutarlo.
Ma più lo faccio più mi sento inutile e insignificante.
Vorrei far capire a Stefania che è cambiato davvero e che se lei decidesse di riallacciare e con calma riprovare a frequentarsi, lui non si comporterebbe più come in passato.
Vorrei vedere almeno loro felici.
Vorrei vederli insieme.
Nel nostro parco, lì a Bergamo.
D'estate.
Mentre si lanciano l'acqua dalle bottiglie di birra usate.
Mentre fotografo il loro amore.

Cosa posso fare per vederli di nuovo insieme?
Devo procurarmi qualcosa e andare in ospedale per farli rincontrare?
Ho pensato anche a questo , sì...
Una specie di flash dove mi ritrovo in un letto e loro che mi vengono a trovare, mano per la mano.


Perché Mike non appare mai...?
L'unica cosa in cui è nitido sono gli incubi che mi tormentano ogni notte.
Pezzi di quel 13 ottobre che mi uccidono da quando prendo sonno dopo quella data.
I suoi comportamenti inspiegabili. Senza senso.

"Spero di vederti presto".
Poi mi faccio vedere a Bergamo e tu sei il codardo che non scende dalla macchina per la mia presenza.
La nausea.
La rabbia.
L'odio.
E poi quella fottuta tristezza.
Perché io avrei dato la vita solo per rivederti...
E' passato ormai quasi un mese dall'ultimo nostro incontro.
E io sono totalmente distrutta.

E come al solito penso di sentirmi meglio aiutando gli altri, almeno non ho la scusa di ricevere il solito 'come stai?'.
Ma non riesco nemmeno in quello.
Non riesco in nulla.
Sono una totale catastrofe.
Un disastro orrendo che cammina.

Anzi...

Non sono proprio nulla.




sabato 25 gennaio 2014

-

Io ti amerò per sempre...

Finché la mia anima sarà in grado di provare emozioni...

giovedì 23 gennaio 2014

Alone..

Chiusa nel bagno.

Sola.

Al buio.

A piangere.

Nessuna lama, non voglio niente.

Voglio solo piangere e ogni lacrima racchiude solitudine, male, dolore, abbandono.

Ho avuto un attacco di panico nella doccia.

Sono impazzita.

Ho cercato di tutto per rilassarmi.

La luce spenta, la musica tranquilla del blog, l'acqua tiepida.

Ma appena partita when it's time, poi sweet child o' mine e infine dearly beloved ho iniziato a piangere e respirare male.

Ho iniziato a prendere a pugni le piastrelle.

Ho desiderato tanto Mike.

Ho urlato perché mi avesse abbandonato.

E mi sono accasciata nella doccia.

Sperando di  morire.

mercoledì 22 gennaio 2014

Let me drown.

E subito dopo la rabbia si ricrolla.

Non so dove trovo la forza di guardarlo solamente..quel taglierino.
Ma resisterò poco, me lo sento.


Ora che va tutto male.

Ora che ho bisogno di qualcuno vicino.

Ora che vorrei solo un tuo messaggio, come quando ero triste tempo fa...

Tu non ci sei.
Tu non esisti.
E io non ho motivo di vivere.

Perché eri la mia vita Michael.

Tu lo eri...
E io non sono più nulla ora senza te..

Non sono niente.


Quanto mi manchi...

Quanto ti amo...


Anger.

Ho in corpo la potenza di spaccare il mondo a metà.

Dio.

Hanno investito mio zio.
Due volte, porca puttana.
Il primo, un suv, è scappato via, la seconda macchina l'ha colpito a catena.
E lui era sulle strisce, cazzo!
Mi ha chiamato mia madre mentre ero fuori con gli amici e mi sono quasi sentita male.
Fortunatamente, da quello che ho capito si è solo rotto il femore e si è fratturato bacino e un altro osso.

E' sotto i ferri da un bel po'.

Io dovrei studiare Petrarca, ma non ce la faccio.

Non riesco a studiare un poeta che muore d'amore dietro una tizia e scrive poesie di quanto è triste e solo.

Ma non c'era nessun poeta che esprimeva l'ira e la rabbia?
Qualcuno che si sfogasse davvero.

Sto male.

Davide è sempre più distrutto e io non so che cazzo fare, se non di dargli supporto e forza come lui fa con me.
Se dovessi perderlo..ora.. be' sarei persa del tutto e il tutto non varrebbe più nulla.


In più quell'altro coglione del mio ex.
Lui e le sue porcodio di entrate.
Le sue cazzo di domande e io ci cado pure.
Ho riflettuto e ho valutato che avrei benissimo potuto scrivergli, come desiderava e ora sparisce.

Ottimo.

DISSOLVITI.

SCOMPARI.

FAI QUEL CAZZO CHE TI PARE.

Dio se ti avessi per le mani, come ti farei male.

Vuoi farmi notare quello che faccio io con te?

O forse non sono all'altezza di ricevere la tua attenzione?


Vaffanculo.

Vaffanculo, davvero.


sabato 18 gennaio 2014

Death.

Non sai nulla di cosa sto passando.

Non lo sai e non puoi nemmeno lontanamente immaginarlo.

Non sai cosa significa alzarsi la mattina con la voglia di non muoversi dalle coperte per stare tutto il giorno a tentare di sognare qualcosa che non si avvererà mai.

Non lo sai cosa significa cercare di far sorridere tutti i tuoi amici e consolare chi sta male mentre tu stai decisamente peggio.

Non sai cosa significa avere la voglia di spaccare tutto, di distruggere ogni cosa che hai intorno sperando di sentirti meglio.

Non sai cosa significa divertirsi a schiacciarsi le ferite e aspettare che esca più sangue possibile.

Non lo sai cosa significa addormentarsi sperando di dormire per sempre.

Tutte quelle volte che mi sono ritrovata con il taglierino in mano aspettando il coraggio di squarciarmi un polso.

Tutte quelle volte seduta sul davanzale, dove prima salivo per sentirmi più vicina alle stelle ora per provare ad avere la forza di darmi una spinta verso il basso.

Tutte quelle volte in cui speravo che un attacco di panico fermasse il mio cuore definitivamente.

Tu non lo sai.

Non sai niente.

Tu stai male, ma non raggiungi un briciolo del dolore che provo io.

Non dico a nessuno i cazzi tuoi, se è proprio questo che ti preoccupa, tranquillo. Perché di quanto tu ti senta male dopo quella canna sbagliata o perché ti manca il tuo fidanzatino non me ne frega proprio niente.

O forse sì, me ne frega, ma solo se mi trovassi in una posizione diversa da questa.

Avere tante persone intorno e sentirsi completamente soli.

Vivere, mentre dentro si è completamente morti.

E in tutta questa merda non avere il coraggio di chiuderla definitivamente.



Se non fosse per la storia della mia nascita, mi sarei fatta fuori quel 13 ottobre.

Non avrei risposto alla chiamata di Stefania e mi sarei fatta frantumare le ossa sul binario 16 mentre arrivava il treno per Lecco.







venerdì 17 gennaio 2014

-

Io voglio solo sorridere veramente...

Perché sei andato via così da un momento all'altro..?

Vabé che cazzo di senso ha stare a farsi queste domande?

Il dolore si può solo rimpiazzare con altro dolore.



martedì 14 gennaio 2014

Told.

Per oggi, vorrei scrivere in maniera chiara e normale, spiegando cosa è successo oggi.

Dopo aver aspettato quasi due mesi, sono stata contattata dalla psicologa della scuola.
Oggi avevo l'appuntamento in quarta ora.
Ho cercato con cura di non far notare la mia assenza durante la lezione e ho dato velocemente l'avviso al mio professore di filosofia.

Per tutto l'intervallo ho tremato. Tremato dall'ansia, dalla paura di essere ancora presa in giro e dal saper di dover parlare dei fatti miei con una persona.
Sono salita all'ultimo piano e sono entrata nel suo "studio".

Inizialmente mi ha salutato e mi ha fatto i complimenti per i capelli.
Si è scusata molto per l'attesa e le ho detto che non doveva preoccuparsi.
La prima domanda che mi ha fatto è se avessi avuto altre esperienze con altri psicologi.
Qui le ho raccontato subito la mia difficoltà nell'aprirmi, il bullismo subito alle medie e il fatto di aver avuto una bruttissima esperienza con la psicologa della mia scuola vecchia.

Dopo un po' che parlavamo mi sono tranquillizzata, ho iniziato a raccontare a grandi linee il mio passato e soprattutto l'Alessandra del passato, quella fredda, violenta che non piangeva mai.

Poi ho parlato del presente.
Del liceo, di Mattia e infine di Michael.
E' stato il centro di tutta la conversazione, per me ma non per lei.
Lei sottolineava la mia capacità di amare e di essere riuscita a mantenere due relazioni per un tempo estremamente lungo per una ragazza della mia età.

Mi ha detto che secondo lei è dovuto alla paura di rimanere sola.
Ma io in parte ho cercato di correggerla: non è paura di rimanere sola, è avere troppo amore in corpo e non sapere a chi donarlo.

Le ho raccontato che sono cambiata molto, che ho lavorato tantissimo sul mio carattere.
Le ho detto che la storia con Michael mi ha fatto fare cose che non avrei mai immaginato.

Lei mi ha confessato che un paio di volte, mentre parlavamo, si era immaginata la scena di quando mi sono inginocchiata sotto la pioggia per Michael, pregandolo di non andar via.

Poi da questa situazione sono arrivata a parlare di Davide, Stefania, ricordi, momenti,...
Tre quarti d'ora non durano tanto.
Per ora ho solo parlato a grandi linee, ho detto la motivazione del troncamento con Mike e continuavo a ripetere che non riuscivo a spiegarmi, che non riuscivo davvero a far capire l'intensità di ciò che provo.

Ho chiuso il discorso facendole capire che sotto, c'è molto altro ma che ci devo arrivare con calma.

Lei mi ha assicurato il segreto professionale però mi ha spiegato che, se ci sono cose riguardanti la mia salute, ha il diritto di parlarne con un collega o con i miei e questa cosa mi rammarica e mi preoccupa tantissimo.

Non voglio finire in una specie di programma-manicomio come Ele. Non ci penso nemmeno a farmi credere malata da delle persone che nemmeno mi conoscono.
E' già tanto che abbia combattuto la fobia di andare da lei.
Ho bisogno di buttar fuori tutto, ma se questo prevede far preoccupare i miei genitori, me ne starò zitta.

Se sapessero dei tagli... delle idee di suicidio...

No, non ci voglio nemmeno pensare che casino.
Già quando si erano accorti che ero dimagrita e volevano controllarmi i pasti..
Io non mi faccio controllare i polsi da nessuno e non vado ad appuntamenti in ospedali dove mi fanno quiz idioti chiedendomi se sento voci nella mia testa.

Che si fottano.

Voglio solo qualcuno che mi dica che potrò contare sulle mie forze, che potrò ritornare ad essere felice.



lunedì 13 gennaio 2014

Notes.

12 Gennaio 11:23

Adrenalina.
Adrenalina nel fare le cose sbagliate, le cose che non si possono fare.

Pace.
Una sensazione di pace nel sentire sotto i piedi lo scorrere delle rotaie.

Una sfera di pace all'altezza dello stomaco protetta da un guscio di adrenalina che quasi fa tremare.

Il rischio.
La serenità.
Sentire che non si è vuoti, ma che qualcosa che scivola dalla pelle c'è.

Gli alberi, le fabbriche, i paesi che scorrono.
Il cielo azzurro e limpido, quello che a Milano è, invece, solo nebbia intensa e fredda.
Il sole tiepido dai finestrini a scaldare le ginocchia.
La musica nelle cuffie e gli angoli delle pagine piegate.

L'attesa.
Dolce attesa era un po' che mi mancavi.
Quella calma fra il battito del cuore e quello del piede a ritmo di musica.

Quella morbidezza nello sguardo che accarezza il paesaggio come se lo sapesse a memoria.

L'aria nei polmoni lenta e percettibile e 'Blue Jeans' che si ripete nella riproduzione dell'Ipod.
Una promessa...Ma la fine e un nuovo inizio.

I rami spogli ma la stessa meta.
Pochi minuti all'arrivo.
Una stretta al petto per l'emozione.
L'emozione di sentirsi viva.


Ecco ciò che mi provoca un viaggio in treno.


sabato 11 gennaio 2014

Ready.

Sono pronta.

E' arrivato il momento.

Ho camminato lungo la strada che ho deciso di percorrere.

Sono arrivata ad una stazione.

La mente annebbiata, ma il cuore sicuro.

E' il momento di dirti addio.

Forse per sempre.

Anche se, per sempre ti amerò.

Ma poco importa.

Ora davvero, poco importa.

Sono pronta.

Pronta a ridere e impazzire dai sentimenti.

Posso scoprire ciò che prima anche il cuore faceva annebbiare.

Posso farlo.

E solo ora, non prima.

L'hai voluto tu, davvero.

Ma ora lo voglio io.

Quindi addio o arrivederci o come ti pare.

Io vado verso una nuova possibilità, quella pensavo non potesse più esistere.

Mi sento così indifferente che non so nemmeno se augurarti bene o male.

Alla fine sono sempre stata altruista.

Però tu non meriti ciò che merito io.

Sei un capitolo chiuso, del mio libro preferito; il segnalibro torna a scorrere.

Non si torna più indietro.

Sto per girarti le spalle.



martedì 7 gennaio 2014

Liar.

Bugiardo tutte palle.

Tutte stronzate.

Tutti ti amo buttati al vento.

Fiducia data alla cazzo.

Tu non sai nemmeno cosa significhi amare.

E non ne sarai mai capace.

Ti avrei potuto insegnare.

Ma ora come ora...

Sai cosa ti meriti?

No, non il nulla...

Ma che lui se ne vada via così da un momento all'altro, proprio mentre tu sei felice e vulnerabile. Che si trovi una persona e che inizi a mettere foto con essa dappertutto, con un sorriso che con te non aveva mai sfoggiato.

Questo ti meriteresti.

E se non succedesse, allora vorrei solo metterti le mani addosso, ma non soffriresti un minimo di tutto il dolore che ho provato e sto provando.

Altro che zing.

Non avrei dovuto guardarti a quella fumettopoli, almeno non ci sarei caduta.

Perché per te non è stata la stessa cosa e non lo sarà mai.

Fanculo le leggi della filosofia, sarai la prima cosa esistente a non esistere più per me.

Come i ricordi.

Come la sera del 24 maggio.



Questa è l'unica foto che abbiamo dove accenni un sorriso.
L'unica.
Non ne esistono altre.
L'unica..