mercoledì 26 febbraio 2014

Walking in the air.

Oggi è stata sicuramente una giornata migliore di ieri.
Una cosa positiva è che mi sto trovando meglio con pittoriche, forse per l'uso degli acquarelli o del soggetto, ma sono comunque abbastanza soddisfatta del lavoro che sto portando avanti.



Per il resto, molti dei miei compagni di classe sono stati così gentili da chiedermi se oggi stessi meglio. 
Sono davvero stati la dolcezza.
In più il tre marzo, giorno del mio compleanno (purtroppo), arriverà una studentessa nuova che si è trasferita a Milano da Rimini. Non vedo l'ora di conoscerla.


In questi giorni mi accorgo di quanto mi manchi Stefania. Ammetto che delle volte vorrei scriverle il buongiorno. Però ha bisogno di vivere la sua vita, senza pesi e se la mia presenza le dà fastidio, lo accetto benissimo. Spero che col tempo ci ritroveremo...ci ritroveremo un po' tutti.

Per il resto l'ispirazione è tornata e ho concluso tutti i miei pastrocchietti che avevo in arretrato.
In più ho fatto un disegno nuovo, ispirandomi alla mia canzone preferita dei Nightwish.


We’re walking in the air
We’re floating in the moonlit sky
The people far below are
sleeping as we fly

I’m holding very tight
I’m riding in the midnight blue
I’m finding I can fly so
high above with you

Far across the world
The villages go by like trees
the rivers and the hills
The forest and the streams

Children gaze open mouth
Taken by surprise
Nobody down below believes their eyes

We’re surfing in the air
We’re swimming in the frozen sky
We’re drifting over icy
mountains floating by

Suddenly swooping low
on an ocean deep
Arousing of a mighty monster from its sleep

We’re walking in the air
We’re floating in the midnight sky
And everyone who sees us
greets us as we fly.




martedì 25 febbraio 2014

Stop this pain. Stop this panic. Stop this heart.

Basta. Basta. Basta. Basta. Basta.

Qualcuno mi ammazzi per pietà.
Vorrei essere un vaso di ceramica e cadere in mille pezzi senza aver più il problema di ricompormi.
Sta agli altri scegliere se rincollarmi o buttarmi via. Io non voglio fare più nulla.

Divorata dentro.
Distrutta, bruciata, demolita.
Non ho più niente.
Niente di bello a cui aggrapparmi, non questa volta.

Oggi ho creduto di morire.
L'attacco di panico più grande fra tutti quello di cui ho memoria.
Per colpa solo di un messaggio.


Solitamente quando nell'ultimo periodo mi venivano in classe bastava poggiare la testa sul banco, oppure usare la scusa dell'allacciarsi le scarpe per riprendermi.
Invece il tempo di leggere ciò che c'era scritto e mi sono alzata di colpo durante inglese dicendo alla prof che non stavo bene e che avevo bisogno di andare in bagno.
Tremavo e il cuore mi martellava.
La prof mi ha detto di chiederlo in inglese e per quanto ero in panico ho sbagliato 4 volte a formulare una cazzata di frase.

Sono corsa per il corridoio, ho sbattuto la porta e mi sono affacciata alla prima finestra aperta.
Ho provato a respirare più aria possibile, ma mi sentivo soffocare e tremavo troppo così mi sono accasciata sulle piastrelle.
Mi sono dovuta rialzare di colpo e chiudermi in un gabinetto, tempo di sentire dei passi.
Poi mi sono buttata di nuovo per terra e ho iniziato a singhiozzare.
Ho aspettato di calmarmi.
Il tempo di ritornare in classe, mi sono ritrovata gli sguardi di tutti ho riniziato a tremare, soprattutto quando la prof mi ha chiesto come stessi.
Anche durante l'ora di filosofia sono stata malissimo.
Il prof mi ha mandato nuovamente in bagno perché diceva che ero pallida e sembrava tremassi.
Lì ho incontrato il mio compagno di classe Niccolò. Mi ha chiesto cosa fosse successo, gli spiegato nella maniera più corta possibile, mi ha abbracciato e lì è successo: ho pianto.
Per pochissimo, il tempo di qualche singhiozzo ma non ce la facevo più a resistere.
O svenivo all'istante o piangevo.


Mi sono ripresa nelle ultime ore.
Menomale che siamo riusciti a far rimandare il compito di matematica, altrimenti sarebbe andata molto ma molo male.

Ora sta ritornando tutto, per colpa di quei coglioni di ask.
Mi vanno bene gli insulti, alla fine è la verità. Ma perché devono sempre mettere di mezzo lui?
E soprattutto perché oggi? Dopo quello che è successo a causa sua.


Pensavo sarei stata tranquilla mesi e mesi ignorando la sua esistenza e quella della sua platonica storia d'amore. Invece no.



Messaggio da: Mike.
25/02/2014   10:29

"...you always be my sweet sixteen..."


Cosa ho fatto per meritarmi una tortura simile?






Never let this go.

Non voglio uscire.
Non voglio andare a scuola.
Non voglio vedere le persone o parlare con loro.
Non voglio dover bloccare i miei pensieri per delle stupide stronzate.

Vorrei rimanere nel letto, affogare nei ricordi.
Cercare perlomeno di capire e cosa ci sia da capire.
Come sto, come va, cosa voglio, cosa provo, per chi.
Non so più nulla.
Non posso andare avanti così.
Ho represso così tanti sentimenti che non so più dove siano finiti.
Dovrei cercarli...forse.
Dovrei donarli...ma a chi, io non lo so.
Però non voglio permettere che tutto questo finisca...forse è la mia ultima scintilla.

Vorrei non uscire e rimanere a letto con gli occhi chiusi e sperare che il tempo non passi in fretta.


domenica 23 febbraio 2014

23.02.2014

Scritto alle 9:15 sul treno Milano-Bergamo. 

"Una leggera spinta e le rotaie iniziano a scorrere.
Un tuffo al cuore, che porta ad una pace immensa.
Ho il sole negli occhi, la musica nelle orecchie e il libro sottomano.
Non c'è altro posto nel quale io voglia essere ora.
L'idea di riabbracciarli tutti quanti...quelle persone che mi scaldano con il loro affetto...

Una giornata a Bergamo ne vale cento a Milano."


Con persone splendide come loro, capisco quando sia prezioso ogni attimo.
Sono queste le cose che mi fanno tornare ad amare la vita.
Sono le giornate in cui quella parola così importante fa da protagonista: felicità.


sabato 22 febbraio 2014

Run. Fall. Cry.

Non ho potuto farne a meno.

Ho pensato per tutte le sei ore di lezione a quel sogno.
Durante filosofia mi sono messa a guardare le foto vecchie e ne ho messa una come sfondo.
Mi è venuto da piangere.
Il tempo di asciugare una lacrima il più velocemente e la mia compagna di classe E. se n'è accorta.
Non mi ha detto nulla, ma ha visto che mi sono imbarazzata tantissimo.
Lei oggi stava già male, perché ha chiesto una pausa alla sua fidanzata.
Ho provato a starle vicino, però nelle ultime ore ero proprio in un altro mondo.

Sono uscita da scuola con l'idea di buttarmi subito sul letto.

Ma...mentre ascoltavo una canzone ho iniziato a correre.
Non riuscivo più a trattenere nulla.
Mi sentivo mangiare dentro.
Volevo scoppiare.
Sono andata al mio posto segreto.

Ho iniziato a piangere.

Le lacrime non sono mai scese così veloci.
Come se si sentissero libere e pesanti, pronte per infrangersi sui vestiti.

Quando ho visto che la bottiglia di birra che tenevo semi sotterrata di ricordo è stata buttata via, ho iniziato a singhiozzare.

Non mi sono trattenuta.

Mi facevano male i polmoni e mi bruciavano gli occhi, ma più il dolore aumentava più il corpo diventava leggero, come se fosse vento.

Questa volta sapevo di piangere per qualcosa di lecito.
Non perché mi sentivo vuota o morta dentro.
Ma per la tristezza, la malinconia, per la felicità che ho provato per 10 mesi sfuggita via dalle dita come fumo.
Finalmente ho pianto per qualcosa.

Poi siccome non potevo stare troppo, sono andata verso il cancello di casa, asciugandomi alla bene e male le guance.


Ora vado a prendere Elisa per portarla ad un compleanno.


Volevo solo segnarmi questo momento.


venerdì 21 febbraio 2014

A thousand years.

La notte passata ho sognato che tornavi da me.

Non so se ritenerlo un sogno o un incubo.

Sono stanca.


martedì 18 febbraio 2014

Where are you? And I'm so sorry..

Intrappolata in un viaggio senza meta.
Circondata da una nebbia di apatia che non mi fa vedere cosa o chi ho intorno.
Sono incapace di provare anche emozioni, se non quella stupida e insulsa malinconia o quel dolore richiamato dalle canzoni.
Non ho una strada.
Non so dove mi trovi.
Anzi, non so se ci sono.

Mi sento sola.
Ma, in fondo, non sono sempre stata io quella che diceva di preferire la solitudine?

Forse è meglio che stia zitta.
Merito tutto questo.
Ma desidero tutt'altro.

Vorrei solo un abbraccio.
Uno di quelli veri, dati dalla persona giusta, che riescono a donare affetto e calore fino al midollo delle ossa.
Quelle braccia che appena mi stringono sembrano proteggermi da tutti i ricordi e dalla sofferenza donandomi solamente e semplicemente una pura sensazione di pace.
Quegli abbracci così belli da farmi piangere...

Peccato che non so nemmeno se esistano.




domenica 16 febbraio 2014

Don't wake me up.

Mi farò il culo, lo giuro.
So che darò di matto ma ci proverò.

Primo obbiettivo: perdere 4 chili o comunque assottigliarmi nei punti giusti.

Secondo obbiettivo: trovare un lavoro.

Ho bisogno di soldi e appena avrò diciotto anni sparirò da questa casa.
Per ora quello che guadagnerò mi dovrà servire per ricariche, tinte e cibo.
Sono solo un peso per i genitori stronzi che mi ritrovo.
Mio padre sa solo cagare il cazzo su quanto io stia a massaggiare.
Mia madre, lasciamo stare, si lamenta per tutto.
E torna con i capelli normali, e non tenere il muso, e basta con quel telefono, e che rompicoglioni per quel cibo, e metti a posto camera tua, e non fai un cazzo, e stai sempre per le tue.

Ultime due scenate nemmeno poche ore fa.
Una in ospedale dove ha cagato il cazzo perché sono diventata seria e messaggiavo. Ma che cazzo vuoi? Non riesco a stare un quel posto di merda.
Ok che dobbiamo stare a andare mio zio, ma che porca puttana avrà da dirci in 3 ore povero Cristo.
Stiamo lì zitti e si parla a random di niente.
Se io mi trovassi in ospedale non vorrei che nessuno mi venisse a trovare.
Ogni volta che entro in quel posto di merda mi immagino ricoverata lì, causa suicidio mentre dico agli infermieri di tenere lontani i miei dalla mia stanza.
Vedremo quando sbotterò e avrò il coraggio di apparire in salotto con il braccio ricoperto di sangue.
Allora lì il "tieni stronza" con il lancio della padella solo perché non voglio cucinare il mio cibo nella stessa dove si è appena fatta la carne, mia madre eviterà di farlo.

E si cara bastarda, perché io non piagnucolo e basta. 
Se posso mi scortico viva oppure passo i pomeriggi a cavalcioni sul davanzale.

"In psichiatria dovremmo lasciarti".

Fate pure, chi vi ferma.
Siccome come io sono malata AHAHHAHA. Perché, in fondo, l'idea di morire mi rende felice come una Pasqua.
Sono proprio da ricovero eh?
Ebbene, magari la mia nascita "miracolosa" ha avuto comunque qualche complicazione.

Prova a dirmi un'altra volta che mi odi cara mamma.
Poi avrò la risposta giusta per farti tacere e piangere per sempre.

"Se mi odi perché hai fatto tutta quella porcodio di fatica per farmi nascere?".

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Voglio chiudere gli occhi e non svegliarmi mai più.


Don't wake me up. Don't take my hand.
I have no reason to start again.





venerdì 14 febbraio 2014

Make, make it go away.

È come decidere di entrare in una gabbia, serrarsi dentro, ingoiare la chiave e notare che all'interno si soffre e basta.
Non puoi più uscirne.
Non puoi più..

Le sbarre sono immense, sono impenetrabili, sono indistruttibili e la chiave nello stomaco inizia a sfracellare tutto dall'interno.

Ed è solo un dolore che si diverte a farti male prima un po' fuori poi un po' dentro.
E nessuno se ne accorge, fortunatamente.
Stare così male da rimanere impassibili.
Soffrire così tanto da inchiodare le lacrime e non farle scendere perché sarebbero solo un insulto al vero dolore che si prova.
A che cazzo serve piangere eh?
A rovinarsi i concerti, per esempio.
Quando sei a guardare una delle band che più amavi alle medie e non c'è una fottuta canzone che non rappresenti uno stato d'animo o un ricordo che hai vissuto o vivi.
Cerchi di sfogarti, di urlare, di liberarti.
Alzi le mani verso l'alto come se la musica ti penetrasse dalle punta delle dita fino ad arrivare al cuore.
Chiudi gli occhi e speri di aprirli nella stessa situazione ma con una persona vicino che in realtà non esiste.

Che schifo.
Il ribrezzo per ciò che scrivo e penso.

Ma cosa ho fatto di male?
Ma almeno mi avessi amato davvero in quei dieci mesi...
Invece hai fatto così tante cose squallide... Che mi viene da sboccare solo al pensiero.
Eppure sono qui a stare di merda perché l'amore non va via, non si spegne.
COME PORCODIO FACCIO AD AMARE UNA PERSONA COSÌ ORRENDA?
Sarò orrenda anche io.. Non c'è altra risposta logica.


Io non ho mai preteso tanto...
Solo qualcuno che o da vicino o da lontano mi volesse bene.
Che fosse, non dico felice, ma contento solo a sentirmi o magari vedermi.
Qualcuno che mi prendesse in giro per quanto faccia cagare a giocare alla play.
Qualcuno che mi stringesse forte senza dire troppe stronzate da innamorati.
Qualcuno a cui fare il solletico e prendersi a botte per poi darsi un bacio.
Qualcuno che sorridesse a causa mia...


Ma forse io non posso avere tutto questo.
Non posso avere nulla.

Non ho nulla ed è meglio così, almeno nessuno mi chiede nulla.

Nessuno si accorge se polsino rimane al suo posto, se il livello degli alcolici si abbassa,se il cappotto puzza di fumo, se dico di aver cenato ma non c'è un piatto sporco, se il cuscino ogni notte è bagnato.
Ma menomale.
Io devo solo sopravvivere...così a caso.
Oppure abbandonare questa vita che tanto di buono da offrirmi ha poco e niente.



These feeling’s overwhelming 
It just won’t go away 
I’m captive in this nightmare 
And this is where I’ll stay 


Wake my… 
Wake myself from all this danger 
Claw my… 
Claw myself from six feet under 
No, no, no 
Am I stuck here like a prisoner of war 
I will breathe once more 
I will breathe once more 


My anxiety is rising 
It just won’t go away 
Why does this issue keeps building? 
You just leave me to die 

Make, make, make it go away 
All I wanna do is live another day 
Make, make, make it go away 
All I wanna do is live another day 
Live another day...





martedì 11 febbraio 2014

MIDDLE FINGERS UP IF YOU DON'T GIVE A FUCK.

Vediamo i danni dell'attacco di oggi.

Una tapparella rotta.
Le mani rosse per gli schiaffi sulle piastrelle.
Qualche graffietto.
Preparazione 0 all'interrogazione di domani.
Incazzatura di qualche vicino di casa che non ha apprezzato le mie urla.
Sigarette finite.

Ieri è stato il devasto.
Ho sentito Dave piangere e non ho capito più nulla.
Stavo anche per chiamare quello stronzo AHAHAHHAH.
Ma menomale che non l'ho fatto.

Ho tirato fuori una bottiglia e pensavo fosse vino bianco, invece era mirto di lusso (il quale ha colore chiaro).
Ecco perché andava giù così facilmente.
Quasi una bottiglia finita in qualche sorso.
Poi ho cucinato e non ho mangiato nulla.
Ho fumato la sigaretta e ho sentito la testa leggermente girare.
Ormai avevo capito che potevo partire, allora ho deciso di fare le cose per bene.
Grand Marnier e Jack Daniel's.
Poi ho mischiato il Jack con l'acqua e mi chiedo il perché.
Sono corsa in bagno, dopo aver sputato il mischiotto dappertutto e mi sono ficcata due dita in gola.
Nessun risultato. Non avevo mangiato un cazzo cosa avrei dovuto tirar su?
Ho messo i Paramore al massimo e ho iniziato a cantare e spogliarmi.
Mi sono anche registrata LOL.
Poi mi ha chiamato Matt, un tizio del meeting un po' rompicoglioni che mi viene dietro.
Ha detto che ho parlato di Mike, di Dave e ho suonato la chitarra.
Mi ha detto che stavo per piangere e poi mi sono sgridata all'istante e ho iniziato a ridere a caso.
Alle 17 mi sono buttata sul letto e ho dormito fino alle 20.30
Per coprire l'odore del fumo, siccome ho fumato in camera, ricordo vagamente di aver preso un profumo di mia madre e me lo sono anche spruzzato nell'occhio.
Mi sono svegliata come se avessi pianto durante tutto il sonno, anche se mi sono addormentata con un senso di pace, come se il letto si muovesse e mi cullasse.
Al mio risveglio il polso mi faceva malissimo, ho tolto il polsino e l'ho trovato ricoperto di sangue. Non mi ricordavo nemmeno. Quando ho sentito la registrazione è uscita la frase "oh toh mi esce sangue" e ho iniziato a ridere dopo di quella.
Vabè, ho fatto di peggio.
Con i miei ho usato la scusa che avevo mal di stomaco e non stavo bene.
Oggi fortunatamente sono rimasta a casa.

Ho dormito fino alle 10.30 e ho concluso dopo colazione una tavola.
Verso le due e mezza ho avuto il coraggio di mangiare qualcosa, ma è subito tornata la nausea e siccome non volevo sentirla anche lì sono corsa in bagno e ho cercato di vomitare.
Ho iniziato a pensare, a "togliermi l'armatura" e ho deciso di sedermi sul davanzale del balcone.

Una maledetta spinta e si sistema tutto.

Ho deciso di farmi una doccia per calmarmi.
Ho iniziato a cantare I miss you dei Blink, poi ho iniziato ad urlare e subito dopo il peggio.

Ho pianto a caso, ho preso a schiaffi e pugni le piastrelle e ho iniziato a  growlare.
Non ho idea di come sia venuto, ma facevo paura.
Ho continuato a farlo finchè non mi ha iniziato a girar la testa e sono caduta nella doccia picchiando contro il muro.
Girava tutto e mi è ritornata la nausea, ho cercato di sboccare in doccia e non so nemmeno se sono riuscita o no.
Fuori dalla doccia, dopo essermi calmata, mi sono asciugata i capelli.
Sono andata nuovamente sul balcone per fumare l'ultima sigaretta scroccata di nascosto a mio nonno e mi sono rilassata un po', sono tornata ad essere la persona indifferente che ero 30 minuti prima.
Ho pensato di bere ancora, ma domani devo assolutamente andare a scuola e svegliarmi con la sbronza e riuscire ad arrivare alla metro sarebbe stata un'impresa.

Boh, questo è stato il mio insolito pomeriggio.

Non sento niente.

Non me ne frega niente.

martedì 4 febbraio 2014

I will fight. Will you fight? Don't break down in front of me.

Oggi c'è stata l'ultima " seduta" con la strizzacervelli.
Che dire, poverina, è stata molto gentile ad ascoltarmi, per la quarta volta.
Sinceramente mi aspettavo un riassunto complessivo, un piano di cui basarmi, un consiglio su cosa poter fare, ma nulla.
Anzi, abbiamo (anzi ho) parlato di un argomento del tutto diverso, ovvero del mio corpo e mi ha chiesto come mai non ne avessi accennato prima.
Si è messa a spiegare che secondo lei, da ciò che racconto, il mio corpo è qualcosa di esterno e diverso dalla sottoscritta, come se fosse un'organismo a sè. Per questo lo disprezzo, non accetto come sia e modifico sia l'aspetto estetico tramite e capelli e con i tatuaggi.
Be' su qui tutto liscio come l'olio, è dalle medie che mi fa schifo, ormai non ci faccio nemmeno più caso.
Le ho detto di quanto mi dia fastidio non essere proporzionata e che è tutta colpa del seno.
Mi sono lamentata dei fianchi e delle parti che non mi piacciono (come le ha chiamate lei "rotondità").
Mi ha raccontato che se disprezzo queste forme, che sono poi quelle della vera femminilità, è come se negassi quest'ultima.
Perciò le ho spiegato che io piuttosto che avere una quarta abbondante mi accontenterei di una seconda scarsa, che non mi interessa avere le forme da donna e che anzi vorrei essere sottile e longilinea.
L'unica forma che al massimo avrei voluto recuperare sarebbe stata quella della prima liceo e il mio obbiettivo è partito proprio oggi pomeriggio.
100 addominali solo per iniziare.
Mi mancano quei maledetti quadratini sulla pancia, poco femminili per le mie amiche, ma io li adoravo e li rivoglio.
Vorrei anche si notassero un poco più i bicipiti, quindi se ritornerò in palestra ritornerò a fare nuovamente i pesi.
Potessi fare boxe, cazzo.
Non chiedo molto.
Ma è sempre stata vietata. Sempre.
Non lo sopporto.

Per il resto la tizia mi ha detto che se voglio fare altra "terapia" mi può consigliare lei un ottimo psicologo esterno.
Ho ribattuto che se il mio cambiamento fosse filato liscio, non ne avrei avuto bisogno.
Alla fine ho solo parlato, detto le mie cose a una persona in più.
E lei ha ipotizzato cose che o cercavo di nascondere oppure che comunque già sapevo.

Finisce sempre così.
Altro che principe azzurro.
Io mi salvo sempre da sola.



domenica 2 febbraio 2014

The past.

Cambiamento.
Ritorno.
Modifica.
Lo si può chiamare come si vuole, ma succederà.
Non ho mai riflettuto così tanto.
Ma lo farò.
Prima però di svelare tutto il casino che ho in testa parlo un po' di ciò che succede.

Mio zio è ancora bloccato in ospedale.
Non so quanto ci vorrà.
Elisa, la mia cuginetta di 5 anni, è stata da me due giorni e osservandola ho notato quanti disagi avrà in futuro quella bambina. Ma lasciamo stare.
Continuando il discorso, ciò ha fatto si che andassimo due giorni di fila in ospedale e io mi sono sentita nuovamente male.
Non ne ho parlato prima perchè diciamo che la cosa mi imbarazzava, ma penso che ora sia meglio raccontarlo.
Non so quando è successo, ma una delle visite a mio zio a trasformato la mia indifferenza verso gli ospedali in una sorta di fobia mista ad ansia e schifo.
Ho avuto l'immagine bruttissima di vedermi nel letto, piena di aghi sulle braccia, i miei genitori affianco che piangevano, le cicatrici che ho già su un polso e un cerotto sull'altro.
Ho fatto anche un sogna la notte stessa, dove mi venivano a trovare tutti i miei amici e io li costringevo in sala d'aspetto perché non volevo vedere nessuno. L'unica cosa che mi girava per la testa era "loro non possono capire, loro non sanno, loro non provano". Orribile.

Fortunatamente è solo un pensiero, una stupida visione.
Fortunatamente è così. 
Fortunatamente la vita ha ancora un po' di luce grazie alla vicinanza di Davide, quel ragazzo è davvero insostituibile, e la dolcezza di Barbara che, anche se lontana, riesce a donarmi un affetto e un calore immenso.

E a proposito di amicizia. Penso (anche se ne dubito) sia completamente finita quella con Dario.
Ammetto che io sia stata particolarmente bastarda delle volte, ma solo perchè il mio umore era decisamente pessimo date le circostanze.
Sembra una cosa banale, ma il litigio è partito dai biglietti per i Linkin Park.
Inizialmente gli avevo detto che non sarei riuscita a prenderli perchè non avevo soldi, però poi l'avevo avvertito che l'uno sarei andata a comperarlo (visto l'anticipo dei miei genitori) e gli avevo ribadito di non comperarli il 31 perché erano solo online.

Il pomeriggio del 31 mi trovo il suo bel post con il cartaceo del ticketone dove risultava la spesa del biglietto online.
Mi sono imbestialita.
Gliel'avevo proibito perchè il cartaceo è un gran casino a tutti i concerti.
I baracchini che lo cambiano in biglietto si aprono alle 3 e lui uscendo dalla fila avrebbe fatto fatica, siccome quella dell'Ippodromo è particolarmente un bordello. Ci sarebbero di sicuro stati problemi e litigi con le persone accanto.
Mi sono incazzata, gliel'ho fatto notare e lui ha iniziato ad insultarmi e a darmi della bambina.
In più mi ha detto che quella che ha iniziato ad insultare sono stata io, quando la chat fa ben vedere che io non gli ho detto nulla oltre "l'hai fatto per fare il figo della situazione".
Il giorno dopo ho visto una nostra amica e le ho chiesto "Dario ha preso il biglietto anche per te?" (sperando di no) e lei ha affermato ciò che non volevo accadesse. Le ho detto un "divertiti" molto sarcastico e lei naturalmente da codarda è andata a riferire.
Ora lui pensa bene che a me roda il fegato perché non abbia preso a me il biglietto.
Mi ha fatto incazzare così tanto e siccome ha detto che lo infastidivo, l'ho minacciato di toglierlo dagli amici di Facebook (cosa che non avrei mai fatto perchè non ho due anni).
E cosa ha fatto quello che mi ha dato della bambina? Mi ha eliminato lui.
Da ridere per non piangere.

Ma la cosa che mi ha dato davvero fastidio è stata la sua ultima affermazione.

"TU GETTI VELENO SULLE PERSONE, PER QUESTO TI ODIANO TUTTI".

Una frase che inizialmente non mi ha toccato per nulla.
Ma si sa che le ferite profonde fanno male solo dopo un po' di tempo.
So bene a cosa si riferiva.
Ed è da ciò che ho avuto conferma del mio cambiamento sul quale stavo già riflettendo da giorni.
Diciamo che oltre ad essere iniziato per ciò che ho passato è stato influenzato dalla lettura.
Ho iniziato le Cronache del Mondo Emerso. Quella saga mi sta davvero facendo vivere qualcosa di parallelo, come faceva Fallen ai tempi delle medie.
Non voglio che prenda posto come la lettura più bella che abbia mai fatto, ma sto rischiando davvero di renderla tale.
Nihal, la protagonista la sento molto più vicina a me di quanto lo sia Luce.
Forte, determinata e incredibilmente impassibile.
Mi ricorda la me del passato.
Quella che non parla di ciò che ha e se si sfoga lo fa un'unica volta e il più raramente possibile.
Se mi fossi trovata in un mondo come il suo, anche io avrei usato la spada per sfogarmi. Ne sono più che certa.
Quest'odio che ho dentro, lo so che posso tirarlo fuori solamente con la violenza, proprio come fa lei.
Ed è grazie a ciò che ho deciso di cambiare.
Voglio diventare la Nihal che anni fa ho deciso di seppellire.
Non so se sarà una scelta temporanea ma per ora è così.
E come lei per diventare una maga, ha dovuto passare una prova, l'ho fatto anche io per capire se dovessi accettare in me quest'idea o meno.
Ho letto il blog di Mike, senza stare a spiegare più che un discorso le uniche parole che continuavano ad essere vomitate dalla sua tastiera erano "Ruben, vita, futuro".
La prima cosa che ho fatto è stata prendere la chitarra e suonare la nostra canzone: "When it's time".
L'unica canzone che mi fa sempre piangere, in qualunque caso.

Ho iniziato a suonare costringendomi a non versare nemmeno una lacrima, a rimanere impassibile e soffocare il dolore all'interno.

Prova superata.

Per continuare il mio "allenamento" la farò ogni giorno finché rimarrò indifferente anche ai ricordi e alla musica.
Non avrò più bisogno di provare emozioni.
Il dolore deve stare nelle ferite di guerra, non in quelle dell'animo.

Detto ciò chiudo con la frase del libro che mi ha fatto scegliere questo nuovo capitolo di me stessa.

"Poi sono diventata impermeabile al loro odio, alla sofferenza, a tutto."