sabato 1 marzo 2014

Wings of death.

Questa giornata sarà da cancellare, come quelle che verranno.
Un mese disastroso che spero finisca presto.

Domani sarà il 30 febbraio, non il 2 marzo.
Stessa cosa per il giorno dopo. Quel giorno non deve arrivare.

Le persone diventano carine e gentili sono quando è un momento speciale.
Tutti ipocriti, pieni di merda.
Bacini, bacetti, chiamate, 3000 notifiche su Facebook di estranei che fanno gli auguri ad una persona che nemmeno conoscono e che magari potrebbero odiare.



Il giorno del mio compleanno non voglio esistere.
Voglio scomparire.
Non voglio nemmeno andare a scuola, anche se le mie compagne hanno preparato qualcosa.
Ecco un'altra cosa che detesto. Le sorprese.
Dopo l'ultima che mi hanno fatto, non ne voglio più sapere.
Tutti che bisbigliano e che ridono.

Io invece voglio solo inventarmi una scusa, dormire fino alle 8, alzarmi, prendere il treno e andare via.

Al mio ritorno a casa, non voglio festicciole o la pizza perché è un giorno speciale.
Voglio chiudermi in camera, finire i compiti e starmene ad ascoltare la musica.

Non voglio il cellulare dietro.
Non voglio nessuno.

Voglio solo stare sola.
Far finta di essere un fantasma, anche se forse lo sono già.

Vuota, un guscio che cammina.
L'unica cosa che mi riesce bene è star male.
Ciò che desidero non ce l'ho e anche se ce l'avessi mi farebbe solo soffrire come un cane.
La mia vita è finita parecchi mesi fa e non so nemmeno perché sono qui a tirare avanti.
Chi me lo fa fare?
Tanto le persone dopo un po' che se ne sono andate, si dimenticano.
Quindi perché non posso farlo anche io?
Tanto anche se scappassi, il dolore mi seguirebbe come un'ombra.
Allora perché non scomparire del tutto?

Se avessi la certezza che dopo la mia morte, la mia anima o qualunque cosa rimanga cosciente di me stessa potesse ascoltare la musica, mi ammazzerei all'istante.

Tutto questo stress.
Queste recite da bambini dell'asilo.
Questi doppi sensi nei sentimenti degli altri.
Quelle sgridare perché non sono utile a nulla o perché non faccio niente.

Ho solo voglia di spaccare tutto e buttare davvero fuori la bestia che è in me.
Ormai si è saziata di tutto ciò che avevo dentro e rinizia ad aver fame.
Qualcuno si deve pur sacrificare alla mia ira o dovrò farlo io stessa.


Un'apocalisse al posto degli organi, ecco.


Io avevo solo bisogno di una persona che mi amasse veramente.
Mi ero fidata.
Mi ha strappato completamente tutto ciò che di buono potessi provare.
E nessuno dei sorrisi di adesso può competere, almeno per ora.
Ora ho davvero capito che differenza c'è tra le mie foto vecchie e quelle nuove.
La luce degli occhi.
Adesso, nonostante il sorriso si riempia e si apra, rimangono spenti, bui, morti, come sono io dentro.
Una volta brillavano, perché sapevo che vivevo per amore, una cosa molto più potente della musica e di qualunque altra cosa.

L'amore che una volta mi teneva in vita, ora mi sta uccidendo lentamente.
Piangere ormai è una cosa patetica.
Come tagliarsi.
Nulla può più colmare il vuoto.




Quando il 3 marzo arriverà, io smetterò di esistere per quelle 24 ore.



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