Fatemi uscire da questa casa.
Cancellate tutto quello che ho appena vissuto.
Qualcuno mi elimini.
Se scientificamente non sarei dovuta nascere, perché è successo davvero?
Fatemi uscire da questa casa.
Cancellate tutto quello che ho appena vissuto.
Qualcuno mi elimini.
Se scientificamente non sarei dovuta nascere, perché è successo davvero?
Non capiscono nulla.
Non ha senso parlare della ragazza che si è tolta la vita.
Ci sono argomenti che ognuni ingloba in maniera propria.
Non esiste un pensiero generale.
E soprattutto nessuno riesce a capire se non ha mai vissuto da vicino la cosa, o sulla stessa pelle.
Mi sono sentita male per tutto il tempo della discussione, sentivo una morsa, faticavo a respirare e, nonostante Ele mi strigesse la mano, non riuscivo a calmarmi.
Tutte quelle parole, parole estranee che collegavano a ricordi.
"Una persona si suicida perché non ha più speranze, non vede più nulla davanti a sé."
Anche io sono intervenuta, parecchie volte. Ma la voce mi tremava e avevo paura che qualcuno potesse leggermi dentro.
In pochi sanno quello che mi è successo.
In pochissimi sanno cosa ho cercato di fare.
E ancora meno sanno la speranza che mi ha fatto sentire quel briciolo viva, benché qualcuno cercasse di darmi aiuto.
Quando accettai di andare dallo psicologo sotto consiglio di Ale e Ele, lo feci per farle stare tranquille, ma smisi subito.
Io non so parlare di quelle cose, ancora adesso.
Per questo ho avuto paura dei miei stessi scatti e dei miei stessi frammenti di memoria.
Poi si sono trasformati le ore dopo in stress, incazzatura e competizione.
Ho anche fatto un'affermazione sui matrimoni gay che ha infuriato Ele. Che cogliona. Ma alla fine ognuno ha le sue opinioni.
Lei è comunque stata dolce per tutto il giorno e ho anche scoperto che tiene una nostra foto come sfondo di Whatsy. Boh è carino come gesto..ma deve ricordarsi la sua posizione.
Per il resto fra un po' mi vestirò e andrò a giocare a biliardo per affievolire la tensione e rilassarmi dalle tre ore di tavola fatta questo pomeriggio.
Bye.
"Non amo che le rose che non colsi."
Io le ricordo la frase di questa poesia.
Una poesia, che quando venne letta, emozionò entrambe.
Ma se davvero io fossi una rosa, lei ogni volta si dimentica che sono ricoperta di spine.
Anzi, fa finta di non saperlo o è convinta che io non le abbia.
Dice che non sono vuota.
Dice che ho tanto.
Dice che la faccio ridere.
Dice che vuole baciarmi.
Dice che sono tonta.
Io le voglio troppo bene, perché è tanto tonta anche lei.
E lei, che tanto sembrava far l'uomo sicuro e pieno di sé, con me diventa una fragile margherita lievemente capricciosa.
Ma non voglio distruggerla come faccio con quelle che crescono nei prati di primavera.
Lei è troppo speciale per staccarle i petali uno ad uno.
Lei non merita questo trattamento.
Però anche se l'avverto della mia crudeltà, della mia insensibilità, di ciò che sono diventata, lei mi abbraccia e mi dice che non è così.
Mi chiede che cos'ho, ma non s'arrabbia se sto zitta perché sa che delle volte non capisco nemmeno io cosa mi succede.
Lei mi abbraccia.
Mi coccola anche se l'unica cosa che vorrebbe è saltarmi addosso (a quanto pare).
E mi sopporta anche quando sto da sola, per le mie e allontano tutti.
Perchè sa che da un momento all'altro, la prendo per mano, la tiro verso di me, la stringo e le chiedo scusa.
E lei mi perdona sempre.
Ho passato una bellissima giornata da Dave.
Solo ora noto che non ne parlo quasi mai e la cosa mi dispiace.
Quando sto lì mi sento sempre a casa.
Ho mangiato benissimo e spero che il tiramisu che ho portato sia piaciuto.
Abbiamo continuato il keyblade e ascoltato la musica.
Vorrei dire di più ma ogni volta perdo le parole o meglio non so trovare quelle giuste.
Sono un'incapace.
Boh.
È il migliore amico più tardo e meraviglioso che esista.
Mi fa sempre ridere e solo lui sa picchiarmi come si deve..♡
Gli volio proprio bene.
Ma che bella giornata piena di rabbia e stronzate.
Davvero, brava Ale.
Ma alla fine è colpa tua, vero?
Ammettilo che ti diverti a stare nell'ombra destando curiosità e attrazione.
Peccato però che gli altri hanno paura del buio, tu no.
Ormai il tuo oblio è diventato la tua casa.
Finalmente hai capito che non serve a nulla cercare di risalire in superficie perchè da qualunque lato tu risalga, che sia destra o sinistra, qualcuno sarà sempre pronto a buttarti di nuovo giù, sul fondo.
E tu sai quanto cadere faccia male.
Ti spacchi le ossa, ma non muori.
Senti solo male e sempre.
Non riproverai mai più una situazione simile.
È una promessa.
Passare il tempo nelle tue profondità è come esserti allenata a boxe per anni.
Senti dolore, ma non hai più paura di farti male.
E l'unico modo per difenderti è non mostare i punti deboli al tuo avversario.
Tu ne sei capace ora.
Non hai più paura del buio.
E questo rimarrà impresso anche sulla tua pelle.