venerdì 28 novembre 2014

Walk away, there's nothing left to say

Loro possono incazzarsi.
Il primo sbatte la porta e se ne va via fi casa a farso un giro.
L'altra si mette a sbattere su tutti gli oggetti che trova in giro.
No, invece io no.
Quando io sono arrabbiata e vorrei solamente urlare, devo stare zitta e scoppiare dentro.
Devo farmi mangiare dalla rabbia.
E non devo coinvolgerli o trattarli male.
Loro invece per una cazzata ("mi stai bagnando il pavimento con le scarpe tutte bagnate di pioggia") si permettono di urlare, di andarsene e trattare ME come una merda.
Ma vaffanculo.
Perché ho sempre questa sensazioni che se andassi a vivere anche in un buco di monolocale da sola, starei bene?
È dalla quinta elementare che ho imparato a badare a me stessa.
A stare da sola dalle sette di mattina, quando se ne andavano già al lavoro, fino alle otto/nove quando tornavano.
Non mi sono mai lamentata.
Ho costruito un mondo tutto mio fra le mura di questa casa che svanisce appena varcano la porta.
Come se portassi i miei sogni fuori dalla testa per ingrandirli e dettagliarli e poi rispingerli dentro di me per nasconderli.
Ora voglio ritornarci, tanto per domani non ho nulla da fare.
Metto la musica a palla e non voglio più sentire un'anima che realmente esista.

"She lives in a fairytale, somewhere too far for us to find."

Nessun commento:

Posta un commento